Bene, tiriamo giù i primi dati di questa mia quarantena.
Visto il periodo e il bombardamento mediatico, avevo grandi aspettative per questo virus, sia in positivo che in negativo.
Naturalmente le aspettative e l’ansia sono state il frutto delle mie convinzioni che, a loro volta, filtravano le notizie per confermare le mie credenze già acquisite. Lo facciamo tutti.
Ora lo scontro con la realtà:
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- sono ancora vivo.
- Il problema maggiore è stato il mal di gola e non la febbre o l’ossigenazione del sangue come mi aspettavo.
- Nonostante la febbre ero vigile, sereno e sopratutto operativo.
- Nonostante la febbre non sono dimagrito neanche un etto. E questa è cattiveria.
- Non sono riuscito ad annoiarmi neanche questa volta.
- Mi mancano i massaggi da morire.
Ebbene si, se togliamo la delusione profonda della dieta, non resta che parlare della mancanza che sento dentro nel non poter massaggiare ancora per qualche giorno.
Qualcuno direbbe che sono suonato e avrebbe ragione.
Lo stesso qualcuno me lo immagino nella mia stessa situazione e me lo vedo che si rode per il fatto di essere bloccato in casa per una settimana o due. Magari passandosi il periodo in compagnia, che io non ho.
È il classico atteggiamento delle persone che vorrebbero essere immortali e poi non sanno cosa fare la domenica pomeriggio se piove.
Tornando a noi…
Mi ritrovo a ripassare i movimenti dei massaggi su un lettino vuoto, per non scordare i protocolli e con un pesante senso di mancanza del tatto. Sentire la pelle sotto le mani è una sensazione stupenda: il calore, le forme dei muscoli e sentire poi che pian piano la persona si rilassa, il respiro rallenta e il corpo si raffredda.
Se faccio bene il mio lavoro e la persona ha veramente bisogno di un rilassamento profondo… beh, allora, dopo un attimo, sento anche un lieve russare.
Mi manca tutto questo e non vedo l’ora di tornare a lavorare. Quanti lo direbbero??
Inoltre in questo periodo ho studiato con i soliti ritmi e quindi ho un bel po’ di cose nuove da mettere in pratica come strumenti per un trattamento sempre più personalizzato sulla persona e sul problema, come anche per la consulenza post-trattamento.
Nel mio lavoro non si smette mai di imparare.
Lo yoga insegna che non esiste limite al rilassamento (anche se io lo chiamo “coma vigile”) ma… esiste un limite al benessere?