I 101 desideri

I 101 desideri

Sappiamo desiderare?

Se riuscissimo a rispondere a questa domanda forse riusciremmo ad essere più felici!

Molti studi hanno messo in evidenza che un approccio positivo nel cercare di raggiungere i nostri obbiettivi ci predispone ad affrontare i problemi in modo più sereno e con ottimismo. Questo atteggiamento migliora sicuramente il nostro benessere.

Ma come fare? Non esiste una formula magica ma esistono vari metodi in grado di aiutarci in questo.

Ve ne suggerisco uno: si tratta della c.d. tecnica dei 101 desideri.

bambino in preghiera

Questa è un’antichissima tecnica orientale, potente e molto utile per reindirizzare la nostra vita verso un futuro migliore.

E’ una tecnica che permette di conoscere meglio noi stessi attraverso l’individuazione dei nostri desideri e la volontà di credere che si possano avverare.

Niente paura! Non si tratta di magia ma semplicemente della possibilità di creare una relazione nuova fra noi e il mondo.

In molte culture “primitive” si credeva fermamente nello stretto rapporto fra ogni elemento del creato con il tutto, e nella loro reciproca influenza. Per esempio gli antichi Hawaiani credevano che esistesse una sorta di enorme “ragnatela invisibile” i cui fili collegavano fra loro tutti gli esseri, viventi e non, connettendoli (come diremmo oggi) con il resto dell’universo.

Molte antiche civiltà orientali, come quella cinese, hanno adottato un pensiero simile per millenni applicandolo in molti ambiti distinti, come per esempio nella medicina.

Il pensiero che nell’Universo tutto sia collegato, e che ogni elemento possa interagire vicendevolmente con ogni altro, sta alla base di quelle culture legate alle tradizioni olistiche.

In quest’ottica anche noi possiamo cercare di avvicinarci a questo modo di vedere il mondo e di connetterci con esso per poter trarne beneficio: la tecnica dei 101 desideri può aiutarci in questo percorso.

Questa tecnica si basa sul concetto che la nostra mente può cambiare la nostra percezione della realtà e, di conseguenza, la realtà stessa.

Questo pensiero si ritrova in molte delle antiche filosofie e anche in molti studi recenti che hanno messo in evidenza proprio queste capacità Se ci pensiamo un attimo la cosa non è poi così strana perché a volte basta cambiare soltanto il punto di vista!

E’ famoso l’esempio del treno che corre, in montagna, fiancheggiando una parete rocciosa. La nostra esperienza sarà molto diversa a seconda del posto che occupiamo nel vagone: da una parte vedremo soltanto la parete di roccia ma dal lato opposto potremmo ammirare uno splendido panorama!

E’ abbastanza evidente che a parità di eventi la nostra esperienza è differente a seconda di ciò che scegliamo o desideriamo; questa riflessione pone anche degli interrogativi su quella che chiamiamo realtà oggettiva… ma questa è un’altra storia..…

dita incrociate

Se il nostro punto di vista può influenzare la realtà delle nostre esperienze, diventa in qualche modo logico supporre che la felicità sia una scelta: la scelta del punto di vista da cui guardare la nostra vita.

E’ sicuramente un concetto molto forte ma come possiamo metterlo in pratica?

In una visione olistica del mondo, la nostra mente e le nostre emozioni sembra funzionino su determinate frequenze. Queste frequenze filtrano il nostro modo di vedere il mondo e ci permettono di captare ciò che vibra in modo simile a noi.

A tutti sarà capitato di imparare una parola nuova,che non conoscevamo prima, e da quel momento risentirla spesso; a tutti sarà capitato di pensare a una persona di cui non abbiamo notizie da tempo, e poi ricevere una sua telefonata o addirittura incontrarla.

Tutto ciò non è casuale ma addirittura noi siamo in grado di stimolare queste frequenze e, in un certo senso, modificare così la nostra vita.

Come fare?

La risposta è abbastanza semplice: selezionando i nostri pensieri e focalizzando l’attenzione su di essi.

Noi possiamo scegliere: gli amici, le letture, i programmi in TV, il lavoro, le vacanze ma possiamo essere anche più audaci e, invece di scegliere quello che abbiamo già davanti a noi, osare desiderare, quindi scegliere di non scegliere ma cambiare le regole del gioco.

Cosa significa?

La scelta che noi facciamo delle parole influenza il nostro pensiero. In particolare la differenza tra scegliere e desiderare è molto importante da chiarire: si può scegliere quando si hanno più opzioni disponibili (come al supermercato) ma desiderare è cercare di capire cosa veramente si vuole senza limitarsi alle scelte disponibili (come chiedere di poter comprare un cammello al supermercato).
Per questo motivo la tecnica dei 101 desideri è così potente: ci dà la possibilità di porci in uno stato mentale in cui vagliamo i desideri che vogliamo realmente realizzare.

Focalizzare l’attenzione sui nostri desideri ci permette di guardare il mondo con occhi diversi, predisponendoci a vedere il loro realizzarsi.

Mi viene in mente una bellissima frase letta tempo fa da qualche parte, che recitava più o meno così “…se desideri abbastanza e con convinzione qualcosa, l’Universo complotterà per fartela ottenere…”

Desiderare è insito nell’uomo ma per far si che i desideri si avverino ci vuole disciplina e quindi è importante rispettare alcune semplici regole… Cominciamo.

Si inizia prendendo un quaderno di “brutta copia” nel quale scriveremo 150 desideri che vorremmo realizzare nella nostra vita, dai più piccoli e semplici ai più grandi, e in apparenza, irraggiungibili.

La parola chiave è VOLERE.

Dovremmo considerare il “volere” come qualcosa con cui poter comunicare, saremo lì a dirgli i nostri desideri e quindi, per non dimenticarli, li trascriveremo sul quaderno per aiutarci anche a essere pronti quando arriva il momento in cui si realizzano.

Dovremmo scrivere qualsiasi desiderio rispettando però, per far si che funzioni, le seguenti regole:

  • Si inizia ogni frase con “io voglio…”.
  • Non di possono usare negazioni di alcun tipo.
  • Ogni desiderio deve avere al massimo 14 parole. “io voglio…” più 12. Le virgole contano come parola.
  • Non chiedere storie d’amore o di sesso con persone precise.
  • Non fare paragoni. Non desiderare i desideri d’altri. Esempio: “io voglio essere alto come…, bello come…”
  • Ogni desiderio deve essere originale e meravigliarti.
  • Non desiderare i desideri d’altri.
  • Non si possono chiedere soldi.
  • Non si può chiedere per gli altri.
  • Niente diminutivi. Esempio: casettina, macchinina…

Anche se non è una regola ma un caloroso consiglio, bisogna ricordarsi che ogni desiderio deve meravigliare, stupire e illuminarci ogni volta che lo leggiamo. Desiderare in grande è grasis! Ma se poi si realizzasse? Allora dovremmo desiderare qualcosa che ci faccia almeno dire “Wow!”.

Una volta scritti in brutta copia, scegliamo fra i 150 desideri soltanto 101 e li riportiamo nel quaderno di bella copia. Nel riscriverli va lasciato uno spazio di qualche riga fra uno e l’altro in modo da poter inserirne uno nuovo (attinto dalla brutta, che non va buttata via!) quando quello si è avverato.

E’ molto importante rileggere ogni giorno i nostri 101 desideri (per la loro lettura è stato stimato un tempo di 5/6 minuti).

La potenza di questa tecnica va testata in modo individuale, le parole valgono meno dei risultati.

Mi permetto ancora un piccolo consiglio:

tutte queste operazioni vanno fatte con una mente aperta e un atteggiamento positivo verso i risultati. Per esempio, è importante fare molta attenzione alle parole che si scelgono poiché è proprio dietro ad esse che si celano i nostri veri desideri: “abitare in una villa” è molto diverso dal “possedere una villa”.

Vi ricordo di rileggere quotidianamente l’elenco, anche perché così potrete constatare come la realizzazione dei desideri sia molto più semplice e immediata di quanto si possa pensare.

Questo esperimento andrebbe fatto per un anno intero per dare il tempo ad un numero così grande di desideri di potersi realizzare.

Auguro a tutti tanti e magnifici desideri.

Rimetto il link al video:

https://www.youtube.com/watch?v=oW1EkLxzNu0&ab_channel=PerformanceStrategies

Si ringrazia Pixabay.com per le immagini utilizzate.

Marco Ubaldini
Autore

Marco Ubaldini

Docente del massaggio, massaggiatore sportivo e olistico del benessere.